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I agosto '05
... partenza! Siamo a Passo Rolle (1980mt), ho 22kg
di zaino, tenda, materassino e sacco a pelo compresi, 3 litri di acqua,
non troppi vestiti, abbastanza cibo per 4 giorni, forse anche 5. I
bastoncini sono indispensabili per scaricare un po' di peso, e in
brevissimo tempo raggiungiamo i bellissimi ma troppo affollati laghetti
del Colbricon su un facilissimo sentiero in discesa. Ritoccatina al
set-up dello zaino (stringhe, spallacci, cerniere) e via in salita
sul subito ripido 349.
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Da subito si riesce ad osservare da lontano il
Passo Rolle e le Pale appena dietro; il sentiero è ben segnato
e si prosegue fra molte rocce e pochi ciuffi d'erba con la preoccupazione
di non poter piantare la tenda per il terreno inclemente. L'unica
nota da segnalare è una scala metallica che risale una paretina
di circa 5 metri completamente liscia, manca poco a F.lla Ceremana,
scala che può comunque essere evitata deviando di qualche
metro il sentiero.
Percorrendo la base delle cime di Ceremana e le
cime di Bragagnolo si inizia ad avere il contatto con il terreno
aridissimo di queste montagne: nessun ciuffo d'erba, solo grandi
pietre rosse di pòrfido, a distese!
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Partiti a mezzogiorno ormai la giornata non condede
più molto tempo e, viste le asperità del terreno, decidiamo
di non utilizzare la tenda ma di fermarci al bivacco Aldo Moro (2565mt),
bivacco che oltre a noi ospiterà 5 giovani scout di Trento
impegnati in un'uscita di 3 giorni, e che riesce a far distendere
fino a 9 persone!
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II agosto '05
Lasciamo non prestissimo il biv. Aldo Moro fiancheggiando
l'ancor aridissimo Coston di Slavaci, incontrando alcuni canali detritici,
uno dei quali attrezzato con corde fisse ma facilmente superabile.
Arriviamo a f.lla Valòn da dove si discende ripidamente per
alcune decine di metri fino a una lieve piana ricca di ossa e residui
bellici dall'aspetto alquanto tetro.
Il progredire è un continuo saliscendi; arriviamo
a f.lla di Cece (2393mt), da cui dovrebbe dividersi la traccia che
porta alla Cima di Cece, ma a dire il vero il sentiero non è
segnalato né visibile.
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Aggiriamo Cima di Cece, lo scenario non cambia se
non per alcuni tratti davvero curiosi dove il pòrfido assume
delle sfumature fantastiche, dovute sicuramente a compententi di varia
natura chimica trasportate dall'acqua.
Ora la salita inizia a farsi sentire, nel massimo
sforzo in un ripidissimo canale da risalire; canale che si presenta
un misto fra sabbia, sassi, e rocce levigate: devo aiutarmi con le
mani anche perché nel mentre un breve pioggia ha reso tutto
ancora più scivoloso! Una seconda ripida salita, ma meno impegnativa,
ci porta sul bivio del sentiero che discende dalla Cima di Cece.
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È l'inizio di un altrettanto canale ripido
e scivoloso, che in breve sfòcia nel maestoso canale di scarico
della Cima di Cece, canale che si presenta ricco di rocce dalle enormi
dimensioni, ma con percorso ben evidente e abbastanza comodo.
Il tempo continua a peggiorare, sono le 14.00 e ci
dobbiamo arrendere a non rischiare oltre il dovuto: il bivacco Paolo
e Nicola è lì davanti, inutile proseguire oltre con
l'incombere della pioggia.
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III agosto '05
Reduci da una notte di temporale, riparati dal bivacco,
partiamo di buon'ora per recuperare il tempo perso i giorni prima.
Subito il sentiero è facile e quasi pianeggiante; camosci,
cavalli, ermellini e marmotte spuntano qua e là distraendoci
dalla fatica che si fa sentire nella ripida salita alla forcella Moregna
(2397mt). La discesa verso i laghi Brutto e Delle Trote ci fa recuperare
fiato per l'ancor più severa salita fino a forcella Monte Cadinon.
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Inizia la lunga discesa attraverso il bagnatissimo
bosco della Val Sàdole, che crea non pochi problemi per le
sue rocce rese scivolose dall'umidità. Arriviamo alla Baita
Cauriol (1587mt) punto più basso di tutta la nostra Translagorai.
Breve pausa, ripartiamo con leggera pioggia fino
a Passo Sàdole (2066mt). Dovremmo mettere la tenda, ma il tempo
incerto e le parole di alcuni escursionisti ci spingono a trovare
un bivacco non segnato sulle cartine: sarà l'inizio dell'infinito
"..dev'essere qui dietro!"
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Alla ricerca del bivacco X risaliamo sotto un vento
teso ripidi pendii erbosi, oltrepassiamo un tratto di grossi massi
dove realtà e cartografia non coincidono. Un tratto attrezzato
prima di Forcella Litegosa (2261mt) è il culmine della giornata.
Arriviamo al bivacco, finalmente ha un nome: Bivacco Nada, ricavato
da un ricovero all'interno della montagna. Per noi che abbiamo fatto
due tappe programmate nello stesso giorno, e da 11ore siamo in cammino,
ripararsi finalmente dal vento gelido è come alloggiare ad
un grand hotel !
Nonostante ciò, il freddo ci terrà
compagnia tutta la notte...
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IV agosto '05
È la giornata più limpida, la più
ventosa. Risaliamo Cima Litegosa (2548mt) e costeggiamo le cime fino
a Forcella delle Sute su continui camminamenti di guerra ricchi di
reperti storici. Arriviamo a Laghetti di Lagorai attraverso un pendio
ripido su grossi massi e, senza scendere troppo, valutiamo la possibilità
di completare l'intera traversata nella giornata odierna.
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Saliamo facilmente fino a Forcella Bus dell'Or (2468mt)
dove ci concediamo una breve pausa. Da qui inizia un tratto in discesa
fino a Forcella Busa della Neve, brevemente attrezzato nell'ultima
parte. Si prosegue fino a Forcella Val Moena aggirando Cima delle
Stellune, per poi discendere su prato fino all'incantevole Lago delle
Stellune situato su una conca erbosa con fondo inzuppato d'acqua!
Il percorso non è ancora finito, ma oramai
rimane il più facile.
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Deviamo sul sentiero 322, apparentemente piano ma
in realtà ricco di saliscendi. Risulta comunque facile, fino
ad arrivare al Lago delle Buse (2060mt): aggiriamo il laghetto, un
facile sentiero turistico ci porta finalmente al Passo Manghen (2047mt),
è finita!
In totale la Translagorai affrontata ha portato a
superare circa 3500mt di dislivello complessivo, e circa 46km di lunghezza
di percorso. Il paesaggio cambia notevolmente da luogo a luogo, divenendo
arido e severo nella parte centrale.
Ma quello che più conta è l'aver portato
a termine la traversata e l'aver portato a casa una così bella
esperienza!
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Manuele Costantinis
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manuele@astromanu.it
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